DI GENERAZIONE IN GENERAZIONE.  UNA NUOVA STAGIONE PER LA TRADIZIONE DEL MAGGIO E DEI CANTI IN OTTAVE

La Fap Acli Toscana segue con molto interesse e con  partecipazione  le tradizioni culturali  della nostra Regione. In questo articolo si riportano i lavori di una Rassegna  che segna un nuovo slancio e un coinvolgimento delle giovani generazioni e che è stata seguita anche da una nostra delegazione.

Ne diamo il resoconto

La tradizione del Maggio drammatico a Buti (Pi) è molto antica, si conservano e si rappresentano Maggi del XVIII secolo. Ha avuto poi un’interruzione nel secondo dopoguerra ma all’inizio degli anni ’70 ha avuto un rilancio  non solo con la messa in scena delle opere classiche (come quelle del  celebre poeta pastore Pietro Frediani) ma  con nuove produzioni che vedono protagoniste sempre nuove generazioni.

Tra l’altro alcuni eventi degli scorsi decenni  sono stati un ulteriore trampolino di lancio .  Nel 2005 fu rappresentato a Parigi il Maggio “Orfeo e Euridice” di Dino Landi,  con la regia di Mario Filippi  commissionato dalla prestigiosa Fondazione Royaumont che scelse il Maggio butese come “testimonianza ancora viva di una tradizione orale”. 

Nel 1978 si era tenuta a Buti la Rassegna del Teatro Popolare Il maggio drammatico nell’area tosco-emiliana: un evento che ebbe vasta risonanza.(ho un ricordo personale della  presenza di Dario Fo). Della rassegna  fu lasciata testimonianza con un prestigioso LP).

Trent’anni dopo, nel 2008, a un nuovo evento: “Maggio, ottava e cultura italiana” che ha unito il Convegno a una serie di spettacoli. Uno dei temi di fondo è stato quello l’interscambio tra cultura popolare e aspetti della cultura “ufficiale” partendo dal XIX secolo (due esempi, D’Ancona e Carducci) per arrivare ad Enrico Pea, a Dario Fo e al teatro di contaminazione. Fu anche  analizzata a fondo la derivazione del Maggio drammatico dal Maggio lirico e dall’antica tradizione delle Sacre rappresentazioni.

Da allora si sono susseguite sempre nuove rassegne e Convegni scientifici  con il coinvolgimento di numerose località, soprattutto toscane ed emiliane.    

Fino a quella del settembre scorso  che ha avuto un successo superiore alle aspettative, sia per la qualità della rassegna sia per la presenza del pubblico giunto dalle più diverse località

La manifestazione che ha avuto come location luoghi simbolo di Buti legati al Maggio, e all’Ottava rima come il Teatro Francesco di Bartolo (il celebre commentatore della Divina Commedia) ha visto alternarsi nell’arco di tre giorni  spettacoli e  convegni con numerosi relatori e presenza di numerose  associazioni del Maggio e dell’ottava rima, a cominciare da quelle dell’Intesa toscana dei Canti del Maggio.

“Per la nostra comunità – ha detto la Sindaca Arianna Buti – è una tradizione importante che va avanti da oltre duecento anni e che si rinnova di anno in anno grazie al lavoro della Compagnia del Maggio Pietro Frediani.

Quest’anno la rassegna ha guardato al futuro e ha cercato di interagire con i nuovi modi di fare musica, con il rap appunto. Oltre a questa innovazione però mi piace puntualizzare il percorso che stiamo facendo, che innanzitutto cerca di far conoscere e far cantare il Maggio anche alle giovani generazioni e infatti sta iniziando una scuola di Maggio. Vogliamo – sottolinea Arianna Buti -  che i giovani si appassionino al recitar cantando che è nel Dna di noi butesi. Oltre all’ambito prettamente teatrale del Maggio, stiamo lavorando perché ci possa essere un’ulteriore conoscenza di tutta la tradizione del Maggio e dei suoi poeti, attraverso un museo delle nostre tradizioni più belle,  il Maggio contaminato anche con la tradizione dell’olio perché il Maggio si cantava tra gli oliveti durante la raccolta delle olive. Due temi dunque, cultura e enogastronomia -conclude la Sindaca di Buti- che faremo andare di pari passo, un progetto che sarà poi rafforzato dopo l’inaugurazione del castello di Buti, che è in corso di ristrutturazione grazie anche al contributo di Regione Toscana”.

Tra le relazioni tenute nella Rassegna riportiamo quella dell’etnomusicologa Cristina  Ghirardini  la quale ne ha messo a fuoco i vari ambiti, a cominciare dalla due forme del Maggio, quella del "maggio drammatico”, praticata a cavallo tra Toscana ed Emilia Romagna, e i canti rituali del primo maggio che  in questo evento butese sono stati rappresentati da squadre di maggerini della Maremma.

La forma di improvvisazione su cui si è riflettuto è la poesia estemporanea in ottava rima, praticata in Toscana, Lazio e Abruzzo, che nella Maremma è presente anche nelle questue rituali del primo maggio, condividono un uso della voce cantata, una sensibilità per i metri della letteratura italiana e una forte componente relazionale, comunitaria, servono infatti a cantori e ascoltatori per vivere insieme.

L’intento della rassegna era tuttavia mostrare come queste pratiche di canto tradizionale servano a parlare del mondo attuale alla pari di linguaggi più contemporanei, nati e cresciuti in ambiti urbani, a contatto con il mondo dello spettacolo e i media e volti a soddisfare un’esigenza di contestazione e di autoaffermazione, come il rap, su cui si è ragionato, nella serata di venerdì, nel talk con Rancore e Murubutu.  

 Daniela Bernardini, butese,  insegnante, ha poi parlato di Maestri e discepoli dell’ottava rima a Buti. Nello Landi, Orfeo Bernardini, Erasmo Gozzoli  ha ricordato che molti Maggianti  cantavano anche le ottave sebbene pochi di loro siano stati improvvisatori. E – aggiunge -Giuliana Bernardini, figlia di Farnaspe, amava ricordare che si rispondevano da un olivo all’altro e che cantavano sia le ottave colte di tasso e Ariosto ma improvvisavano raccontando episodi realmente accaduti.

Daniela Bernardini si è soffermata su due importanti figure dell’universo poetico butese e sulle loro relazioni con Nello Landi, che è stato sicuramente l’esponente principale del canto in ottava ma soprattutto dell’improvvisazione. I due autori sono Orfeo Bernardini ed Erasmo Gozzoli,  noti per il loro spessore e per l’interazione con gli altri poeti . 

“In questi giorni -ha sottolineato la relatrice - ascoltiamo dei componimenti inediti in ottava rima che i famigliari hanno voluto concederci per questa occasione. Li ringraziamo davvero molto perché in questo modo il ricco patrimonio della tradizione in ottava butese si va arricchendo, le case dei butesi sono pieni di questi tesori”.

La prof. Bernardini ha poi ricordato poeti di fine ’800 e inizio ’900, che Nello Landi ha sempre riconosciuto come suoi maestri chiamandoli  per nome cognome e soprannome, che li caratterizzava ancora di più: Giulio Filippi, Giulio di Pio di Caglino, Fernando Bernardini, Farnaspe,  che il regista Benvenuti utilizzò nel 1971 per il cortometraggio Del Monte Pisano, che segnò la riscoperta del Maggio, Zerbino Pratali, Zerba, Orfeo Bernardini, Feo del Ticci, Vasco Cai di Bientina, tutti nati tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.

Daniela Bernardini ha parlato anche di Panicale, luogo per eccellenza degli orfei rusticani, come li definì per la prima volta il poeta Leopoldo Baroni nel 1929. Che imparavano  a memoria le opere più importanti degli autori classici italiani.

Daniela Bernardini ha ricordato anche altri personaggi di rilievo come Dolando Bernardini, Lidio Scarpellini, Dino Landi Enzo Pardini che non cantava ma divenne grande poeta e scrittore di Maggi e di ottave (celeberrima la sua Storia di Buti in ottava rima). Gli altri, invece, erano maggianti, maestri non solo nella voce ma portatori di gesti ancestrali e di una mimica che il grande regista Jean Marie Straubb volle immortalare.

 E Nello Landi si staccò da tutti, prese una strada autonoma e divenne indiscusso maestro nazionale, e internazionale, e attorno a lui si formarono tanti discepoli.

Negli anni sessanta-settanta Nello Landi partecipò in varie regioni come  Lazio, Abruzzo alle feste paesane e da lui appresero l’arte Guccini, Riondino e pure Benigni.

Erasmo Gozzoli era cognato di Nello, ma oltre al rapporto famigliare c’era una particolare intesa. Ad esempio ci fu una grande collaborazione durante la scrittura nel 1950 del maggio (sollecitazione del padre di Erasmo, Alfredo Gozzoli, appassionato d’opera), così come durante l’allestimento de La forza del destino al teatro F. di Bartolo.

Poi vennero gli anni Ottanta e mentre Nello continuava le sue tenzoni poetiche con i grandi improvvisatori approdarono a Buti i registi Dario Marconcini e Paolo Billi che dopo i primi spettacoli favorirono il canto in ottava -solo del Maggio- nei loro spettacoli. E fecero entrare in scena anche le donne. Poi le generazioni successive, nipoti e figli d’arte: Tra l’altro -conclude Daniela Beranrdini - l’ottava ha avuto la sua gloria con attori come Toni Servillo accanto ai nostri cantori

Teresa Paoli, Presidente della Compagnia del Maggio  ha tirato le fila della Rassegna dicendo che  sono stati tre giorni intensi che hanno permesso una immersione totale nel mondo della Tradizione del Canto del Maggio non solo butese, ma di tutta la Toscana.

La cosa più bella è stata  vedere la partecipazione di tante persone e soprattutto di giovani che forse per la prima volta hanno assistito ad una "lezione" sull' Ottava Rima, l'Improvvisazione e Rap a cui hanno partecipato due grandi poeti estemporanei Emilio Meliani e Pietro De Acutis e  i rapper Rancore e Murubutu ai quali ,come ci hanno detto "si è aperto un mondo".

La Rassegna ha raggiunto gli obbiettivi che come Compagnia del Maggio ci eravamo prefissati e cioè far vivere concretamente alle persone la tradizione del Maggio mostrando le sue diversità e le molteplici sfaccettature con un programma vario e dinamico che ha alternato momenti di discussione a momenti laboratoriali ed artistici.

Adesso proseguiremo su questa strada per coinvolgere sempre più giovani, proseguirà il lavoro nelle scuole e soprattutto il 30 settembre verrà inaugurata presso la nostra sede al Frantoio Rossoni la Scuola del Maggio che sarà diretta da Annalisa Lari.

Foto Teresa Paoli  Presidente firma l’ l’Intesa Toscana dei Canti del Maggio, un accordo regionale tra 16 associazioni che vanno dalla Garfagnana alla Maremma