Guida strana tra l’Orcia e la Chiana di Enrico Fiori. Un significativo contributo per conoscere la Toscana

La Fap Acli della Toscana  ha il piacere di presentare, con un intervista all’autore, il nuovo libro di   Enrico Fiori insegnante, scrittore e Presidente delle Acli di Siena  (dopo essere stato anche Presidente delle Acli di Arezzo)  Si intitola Guida strana tra l’Orcia e la Chiana (edito da Sarnus – Polistampa Firenze ) che ha per sottotitolo Le terre del Brunello, del Nobile e del Pecorino  ed è un significativo contributo per conoscere la nostra Regione e per visitarla  con il gusto dello slow tourism.

Val d'Orcia e  Val di Chiana .Cosa le rende così avvincenti ?

FIORI  La Val d'Orcia è una terra dove l'attività dell'uomo si sposa alla perfezione con le forme della natura dando così vita ad un paesaggio incantato: qui si possono ammirare tortuose strade bianche scortate da slanciati cipressi, campi di grano e di girasole che punteggiano la campagna, magnifici borghi carichi di storia, antichissime pievi e arcane abbazie in cui l'oscurità degli interni duella con la luce che filtra dalle lunghe vetrate e tanto altro ancora, dai tesori d'arte alle raffinatezze gastronomiche.  Non a caso dal 2004 il territorio dei Comuni di Castiglione d'Orcia, Montalcino, Pienza, Radicofani, San Quirico d'Orcia fa parte del Patrimonio dell'Umanità e sempre non a caso diversi poeti e scrittori si sono innamorati di queste località.

Infatti siamo di fronte a luoghi unici e questo vale anche per la Val di Chiana; nel mio racconto mi sono concentrato su Montepulciano, Sinalunga, Torrita di Siena, Trequanda, i borghi che conosco di più e che esprimono al meglio il carattere toscano.

Questo spicchio di terra toscana vede un caleidoscopio di eccellenze: dalla maestosa razza chianina che offre tanta carne per la bistecca alla fiorentina, ai vini che spiccano per nobiltà ed eleganza; dalle bollenti acque termali, fonte di benessere, al grintoso olio, buono e profumato.

Paesaggi mozzafiato  ma anche  un'atmosfera di serenità che invoglia allo slow tourism?

FIORI  Di paesaggi da capogiro ce ne sono tanti e qui c'è solo l'imbarazzo della scelta, ma questo angolo di Toscana potrebbe essere ribattezzato Toscana felix o Tuscanishyre proprio per l'atmosfera che si respira nel contemplare senza fretta la visione delle morbide colline, nell'assaporare con tranquillità un piatto tipico, nel degustare in santa pace un calice di vino ... e che sia rosso mi raccomando!

In queste zone che sono quelle del Brunello di Montalcino, del Nobile di Montepulciano, dell'Orcia, del Pecorino di Pienza, tanto per citare alcune "specialità della casa", tutto invoglia a muoversi lentamente, non per pigrizia ma per godersi in modo disteso le bellezze e le bontà della zona.

Qui si va piano, si fanno le cose con calma e ci si sposta anche lentamente: basti pensare al pellegrinaggio attraverso la via Francigena dove si cammina senza l'ansia di arrivare primi.  Proprio nella campagna intorno a San Quirico d'Orcia si trova la piccola cappella di Vitaleta, il cui nome deriverebbe proprio da "vita lieta", quella che si vive da queste parti e a poca distanza si incontra anche il boschetto dei cipressini, ammirato e fotografato, tanto da essere usato in varie campagne pubblicitarie come un'icona destinata a suggerire l'idea di una vita serena e tranquilla.

Perché per questa  suggestiva  Guida ha scelto l'ordine alfabetico?

FIORI   Un po' di tempo fa ho letto fa Provenza dalla A alla Z di Peter Mayle, uno scrittore inglese che, appassionato di questa regione francese, ha pensato di descriverla non seguendo un itinerario geografico, ma un percorso letterario, mettendo insieme, lettera per lettera, argomenti tra i più disparati.

L'idea mi è piaciuta e ho pensato di riproporla nel mio libro Il Chianti dalla A alla Z, e adesso in  questo nuovo libro. L’ho chiamato   "guida strana"  in quanto  volevo raccontare un territorio in modo diverso, da un'angolazione differente rispetto a quella di tante altre guide più tradizionali, tutte molto belle e molto valide, con percorsi spaziali dettagliati e con indici particolareggiati. 

Io, invece, cercando di costruire una sorta di dizionario non ho messo nemmeno un indice, lasciando al lettore la libertà di leggere, saltando dalla A di Abbadia a Sicille alla Z di zafferano, passando per la G di Ghino di Tacco o tornando indietro fino alla B di Bravio delle Botti e poi di nuovo spostandosi alla P di pici.   Buona lettura!

 (intervista a cura di Gabriele Parenti)